Vladimir Putin ha visitato l’Iran per la prima volta in otto anni. Il 23 novembre il presidente russo ha svolto un discorso al vertice GECF a Teheran. L’idea di creare il GECF è dell’ayatollah Khamenei, che nel 2001 suggerì che Teheran e Mosca stabilissero un’organizzazione per la cooperazione del gas come l’OPEC. Il forum fu giuridicamente fondato a Mosca il 23 dicembre 2008, quando i ministri dell’Energia dei Paesi membri adottarono lo statuto del GECF, istituendolo come associazione internazionale, e firmarono un accordo intergovernativo. L’obiettivo principale del GECF è lo sviluppo del mercato del gas globale. Ma gli Stati membri del forum del gas non sono eccessivamente preoccupati dal fatto che alcuni produttori di gas, come Stati Uniti, Canada e Australia, non ne facciano parte. Attualmente ci sono 12 Paesi membri dell’associazione, e altri 6 che agiscono in qualità di osservatori. I membri del GECF controllano il 42% della produzione di gas del mondo, il 67% delle riserve di gas, il 38% del commercio via gasdotto e l’85% delle vendite di gas naturale liquefatto. Previsioni degli esperti confermano l’importanza dei temi in discussione al Forum, credono che la domanda globale di gas naturale crescerà del 32% entro il 2040, a 4,9 miliardi di metri cubi da 3,7 miliardi nel 2014. E’ importante per la Russia non perdere la sua quota di mercato, e Mosca agisce con ciò in mente, al tavolo dei negoziati con i concorrenti per giungere ad accordi civili. Nel suo discorso al GECF, il Presidente della Russia ha dichiarato che un lavoro prezioso è in corso con i partner asiatici, tra cui Cina e India. Il Capo di Stato russo ha osservato che “Programmiamo d’aumentare le consegne all’Asia da 6 al 30%, fino a 128 miliardi di metri cubi“. Putin ha osservato che la bozza per la strategia energetica nazionale del 2035 prevede un notevole impulso nella produzione di gas naturale, del 40%. Nel 2014 il suo Paese ha prodotto 578 miliardi di metri cubi, ma entro il 2035 prevede di produrne 885 miliardi di metri cubi. L’Iran sa che non può competere con la Russia sul mercato del gas attuale. Commentando i piani di esportazione del gas di Teheran, Bijan Namdar Zangeneh, ministro del Petrolio iraniano, ha ammesso che il suo Paese non ha un gasdotto che potrebbe rifornire di gas l’Europa. Così l’Iran è pronto a negoziare con altri Paesi per elaborare un piano per fornire il gas iraniano ai consumatori europei. Nel frattempo, Zangeneh spera che molte aziende russe inizino a lavorare su giacimenti petroliferi dell’Iran. Il ministro ha espresso ambizioni simili nel settore del gas. La cooperazione con la Russia comprenderà lo scambio di innovazioni tecnologiche nella produzione di petrolio e gas. Prima dell’incontro tra i Capi di Stato al forum, Vladimir Putin incontrava il Leader Supremo iraniano Ayatollah Ali Khamenei e il Presidente iraniano Hassan Rouhani.
Il potenziale delle relazioni tra Mosca e Teheran è preoccupante per molti. Alcuni Paesi approvano l’idea di cooperazione strategica tra Russia e Iran su questioni regionali, mentre altri la vedono come minaccia ai propri interessi. La prospettiva dell’eliminazione delle sanzioni attira l’interesse di quasi tutti i Paesi più importanti del mondo, che puntano al mercato interno del Paese con una popolazione di quasi 80 milioni di abitanti. Inoltre, l’Iran ha annunciato alcuni piani molto ambiziosi in molti settori industriali, e oltre 90 miliardi di dollari d’investimento nei programmi di massima priorità del Paese. Ma questo non significa che la Repubblica islamica sia pronta ad aprire le porte a tutti i visitatori. Ad esempio, per gli Stati Uniti, come in precedenza, tutte le strade per l’Iran rimangono chiuse. A settembre l’Ayatollah Khamenei dichiarava che il governo iraniano non aveva colloqui con Washington su questioni non legate all’accordo nucleare iraniano, e non intende farlo in futuro. Le relazioni statunitensi con l’Iran continuano ad operare con una mentalità da “stato d’emergenza”. Quest’anno il presidente Obama è stato costretto a prorogare di un altro anno l’embargo degli Stati Uniti introdotto oltre 30 anni fa. Entrambe le parti difendono le proprie posizioni. Ma i leader iraniani hanno altri piani per la Russia. Questo potrebbe essere visto nella riunione di Putin con l’Ayatollah Khamenei. Il Leader Supremo dell’Iran raramente riceve Capi di Stato stranieri, e quando lo fa è un’indicazione di relazioni bilaterali amichevoli. La conversazione tra i due leader è durata più a lungo del previsto, più di un’ora e mezza. Sono particolarmente concentrati sullo sviluppo della cooperazione commerciale ed economica, ancora molto inferiore al fiorente partenariato politico tra i due Paesi. Gli scambi commerciali tra Russia e Iran ammontavano a solo 1,68 miliardi di dollari nel 2014. E un mero 0,21% del commercio estero della Russia nel 2014 era volto all’Iran. La Russia ha investito non più di 12 milioni di dollari in Iran, e l’Iran solo 5,5 milioni in Russia. Purtroppo alcuna espansione commerciale è prevista per la fine del 2015. Questo nonostante il fatto che lo scorso autunno le due parti abbiano raggiunto un accordo su programmi comuni da circa 70 miliardi. Teheran ha chiesto che l’Iran abbia concesse linee di credito per pagare beni e servizi russi. E’ possibile che il problema sia risolto nell’incontro tra i due leader. Quei soldi per la maggior parte sarebbero utilizzati per finanziare la costruzione dei reattori 3 e 4 della centrale nucleare di Bushehr. Sono necessari anche prestiti se la Russia costruirà centrali termiche in Iran e per elettrificare la ferrovia nel nord dell’Iran, vicino alla città di Gorgan.
Come previsto, i leader di Iran e Russia erano particolarmente concentrati sulla risoluzione del conflitto in Siria, lotta comune al terrorismo e cooperazione militare e tecnica. Ogni problema in tale elenco è direttamente correlata alla partnership strategica e alla volontà dei due Paesi di collaborare sulla sicurezza nazionale di grande importanza. L’operazione aerea della Russia in Siria, sostenuta dall’Iran sul campo, ha già raggiunto il primo obiettivo. A settembre, la caduta del governo di Bashar al-Assad sembrava inevitabile, ma Damasco ha stabilizzato la posizione e rafforza il controllo su gran parte del Paese. La ricerca di una soluzione politica è iniziata, e l’Iran è partecipe a pieno titolo in questo. Il fatto che gli Stati Uniti non svolgano più il ruolo dominante nella risoluzione della crisi in Siria, e che la Russia sia tornata in Medio Oriente, è pienamente compatibile con la politica estera indipendente dell’Iran. Russia e Iran hanno interessi comuni nella lotta al terrorismo, non solo nel prossimo futuro, ma anche a lungo termine. Entrambi i Paesi vogliono cacciare lo Stato Islamico (IS) dalla scena del Medio Oriente. La cooperazione militare tra Mosca e Teheran è volta al conseguimento di questo obiettivo, diventato fattore importante nelle relazioni internazionali. Solo pochi mesi fa sarebbe stato difficile immaginare aerei da combattimento iraniani scortare bombardieri strategici russi nello spazio aereo iraniano, lanciando attacchi missilistici contro obiettivi dello SI in Siria… Ma Mosca e Teheran sono ancor più unite dalla Siria. Stati Uniti ed alleati vorrebbero spezzare l’alleanza russo-iraniana, ma queste speranze saranno deluse. Anche nel lungo periodo, l’Iran difficilmente sceglierà il riavvicinamento politico con l’occidente a scapito del rapporto con Mosca.
Fonte:https://aurorasito.wordpress.com/2015/11/28/putin-a-teheran-rafforza-lalleanza-russo-iraniana/