Secondo in Tribunale dell’Unione Europea il governo greco avrebbe concesso ai cantieri Skaramangas aiuti per 310 milioni di euro, in contrasto con le direttive Ue in materia di libera concorrenza di mercato.
Aiuti di Stato a cantieri navali che producono materiale bellico. Adesso la sentenza del tribunale che ordina alla Grecia di recuperare le somme erogate.
La Grecia ha affermato che i cantieri sono la chiave per la sopravvivenza del proprio esercito e l’arresto dell’attività ne metterebbe a rischio la stessa esistenza.
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La crisi in Grecia non risparmia nessuno, nemmeno chi ha bisogno di trasfusioni di sangue. Dopo i continui scioperi che hanno messo in ginocchio la sanita’ pubblica, la carenza di medicine negli ospedali e nelle farmacie, una nuova tegola si e’ abbattuta sulla popolazione greca.
La Svizzera ha deciso infatti di ridurre le donazioni di sangue alla Grecia, di cui e’ principale fornitore, a partire dal 2015 a causa di mancati pagamenti da parte di Atene per cinque milioni di franchi (circa quattro milioni di euro). Lo riporta l’agenzia di stampa Swissinfo.
L’obiettivo e’ dimezzare le forniture entro il 2020: due mesi fa il servizio di trasfusioni svizzero ha siglato con il ministero della Sanita’ greco un accordo che va in questa direzione. Rudolf Schwabe, direttore delle donazioni di sangue della Croce Rossa svizzera, ha spiegato che il “sangue viene donato gratis” ma il denaro proveniente da Atene serve a coprire costi logistici, amministrativi e di laboratorio. Per soddisfare la sua domanda di sangue, la Grecia avrebbe bisogno di 700.000 unita’ l’anno e dal centro nazionale ne arrivano tra le 600.000 e le 670.000.
In questi anni la Svizzera ha fornito 30.000 unita’ di sangue ogni anno. Dal 2015 la Confederazione Elvetica ne fornira’ 2.500 in meno. In Grecia, che si rifornisce di sangue dalla Svizzera sin dagli anni ’70, circa il 10% della popolazione soffre di talassemia, una malattia ereditaria del sangue che impedisce a chi ne e’ affetto di donarlo.
Un virus letale che sta letteralmente preoccupando gli scienziati. Si chiama NCoV e avrebbe già infettato ben 13 persone, localizzate nel medio oriente, portandone 7 alla morte. Secondo gli studiosi si tratta di un virus che ha delle grandissime potenzialità e potrebbe scatenare una nuova epidemia, molto simile alla Sars.
“Quello che già sappiamo è preoccupante – commenta Michael Osterholm, direttore del Centro di Ricerca sulle Malattie Infettive dell’Università del Minnesota – Ma quello che non sappiamo ci spaventa. Il pianeta è come un frullatore di virus – continua il professor Osterholm – Se è riuscito a contagiare l’uomo in Medio Oriente potrà farlo anche nel resto del mondo. È solo questione di tempo”.
Il governo greco avrebbe assunto a propria protezione i sinistramente famosi mercenari della Blackwater, “licenziando” la Polizia greca.
C’è una storia che sta girando per tutta la Rete. Una storia che ha molto di inquietante, e che origina da un blog che si chiama DarkerNet. Una fonte non verificata, dunque. DarkerNet racconta che in Grecia è in atto una vera strategia della tensione,
ma soprattutto che il governo greco avrebbe assunto a propria protezione i sinistramente famosi mercenari della Blackwater (oggi ribattezzata Academi), che già avevano imperversato in Iraq e di cui si vociferano metodi sanguinari.
Sembra che la notizia arrivi da un’intervista ad un ambasciatore greco, e quindi non è confermabile. Ho cercato parecchio in Rete, ma non ho trovato nulla di ufficiale… finché non mi sono imbattuta in un articolo di un piccolo giornale di provincia dello Stato del Mississipi. La cronista, una brava investigatrice, incuriosita dalla stessa notizia, ha provato a contattare fonti greche e della Blackwater per tentare di avere informazioni. Senza risultato, come era prevedibile: chi ammetterebbe un fatto del genere?
Nessuno. Ma Internet conserva tutti i segreti, e li fa saltar fuori quando meno te lo aspetti: ecco quindi la brava Barbara scoprire, alla faccia di tutte le negazioni “ufficiali”, un vecchio articolo di Athens News, giornale greco, risalente all’Agosto del 2012 che apre testualmente:
La sicurezza del Parlamento sarà rilevata da una compagnia privata, mentre il numero delle forze dell’ordine usate per proteggere politici e altre figure pubbliche sarà drasticamente ridotto.
Ne consegue che l’informazione diffusa da quel blog, e rilanciata su tutta la Rete, pare avere una conferma da una fonte attendibile e anche piuttosto “vecchia”.
Commenti? In un Paese che sta crollando, e dove molto presto anche le forze dell’ordine resteranno a terra e a piedi con il conseguente sfascio della sicurezza dei cittadini, si provvede a mettere al sicuro esclusivamente l’organismo deputato a continuare ad opprimere il popolo ed a distruggere ciò che resta. Qualora la gente disperata decida di tentare il tutto per tutto e ribellarsi al governo, troverà pane per i suoi denti: invece dei poliziotti greci, i mercenari senza volto della compagnia privata più pericolosa del mondo.
”Forme estemporanee di protesta, anche eclatanti, potranno trovare spazio in situazioni di crisi occupazionale al fine di richiamare la massima attenzione mediatica e politica sulle problematiche in atto”. E’ la speciale attenzione che segnala la Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, coordinata dal Dis, diretto da Giampiero Massolo.
Secondo gli 007 ”in assenza di segnali di un’inversione del ciclo congiunturale, l’incremento delle difficoltà occupazionali e delle situazioni di crisi aziendale potrebbe minare progressivamente la fiducia dei lavoratori nelle rappresentanze sindacali, alimentare la spontaneità rivendicativa ed innalzare la tensione sociale, offrendo nuove opportunità di inserimento ai gruppi dell’antagonismo, già territorialmente organizzati per intercettare il dissenso e incanalarlo verso ambiti di elevata conflittualità”.
Nel quadro descritto, ad avviso dell’Agenzia interna, ”si prospetta il rischio di un’intensificazione delle contestazioni nei confronti di esponenti del governo e personalità di rilievo istituzionale, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacati considerati non sufficientemente impegnati nella difesa dei bisogni emergenti”.
Dalla campagna contro Equitalia alla Tav, dalle manifestazioni dei precari e degli studenti alla protesta degli autotrasportatori siciliani, i fronti di “lotta” sono noti e ”gli episodi -fanno notare gli 007- maturati negli ambienti più diversificati, sostanziano una forma di protesta di particolare radicalità che accomuna trasversalmente diverse espressioni del dissenso antagonista, formazioni eversive e gruppi clandestini, ma anche soggetti non ideologizzati spinti da motivazioni personali”.
Ma se sul piano sociale, avvertono i Servizi, ”la strumentalizzazione del disagio in chiave di contrapposizione radicale allo Stato non appare in grado di conferire nuova capacità di attrazione a progetti eversivi di ispirazione brigatista, altra è la potenzialità dell’eversione di matrice anarco-insurrezionalista, il cui ‘aggancio’ alle tematiche di attualità risulta funzionale a più generali strategie antisistema e all’obiettivo di infiltrare occasioni di protesta e di lotta”. A testimonianza di tale “innalzamento del livello della minaccia” il ferimento dell’Ad di Ansaldo Nucleare, gambizzato a Genova il 7 maggio scorso ad opera delle formazioni clandestine aderenti alla FAI-Federazione Anarchica Informale.
La risposta dello Stato si è concretizzata durante l’anno ”in diverse operazioni di polizia giudiziaria nei confronti di realtà di settore, con l’arresto di numerosi attivisti anarco-insurrezionalisti”. Tuttavia, in considerazione delle caratteristiche proprie dell’area, tradizionalmente non omogenea e aperta all’adozione di strategie di lotta diversificate, ”si ritiene che la minaccia rimanga potenzialmente estesa e multiforme, suscettibile di tradursi in una gamma di interventi”.
Eventualità, segnala l’intelligence, ”che puo’ comprendere sia attentati ‘spettacolari’ potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi in atto dai gruppi FAI, sia iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle eventualmente emergenti, non dotate delle medesime capacità tecnico-operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica dell’anarco-insurrezionalismo che individua nel compimento stesso del gesto e nella scelta dell’obiettivo la ‘riconoscibilità’ della matrice”.
”Ulteriori fronti di lotta -segnala ancora la Relazione del comparto intelligence- potrebbero inoltre essere aperti, in relazione all’eventuale diffondersi di tensioni e proteste connesse alla crisi economica, contro le riforme del welfare e del lavoro, oppure, in un’ottica anticapitalista, contro le molteplici espressioni della ‘società del benessere’ e del consumismo”.
Senza trascurarne altri ”di rinnovata, crescente attualità, come l‘antifascismo, che esprime il timore di un rafforzamento dei movimenti di estrema destra”. Tematica, quest’ultima, cui sembra ricondursi l’attentato compiuto ai primi di dicembre ad Atene contro una sede di Alba Dorata, rivendicat oa nome del Fronte Antifascista – Federazione Anarchica Informale/ Fronte Rivoluzionario Internazionale.
Fonte:http://terrarealtime.blogspot.it/2013/02/crisi-grecia-mercenari-usa-difendere-il.html
Una forte tempesta invernale, come già abbiamo visto nei nostri recenti editoriali, si sta abbattendo in questi giorni sulla parte meridionale degli Stati Uniti, con vere e proprie bufere di neve tra Texas, Kansas e Mississippi, ove l’accumulo nevoso, in taluni casi, ha persino superato i 40-50 cm.
Particolarmente colpito da queste intense nevicate anche l’Illinois, ove molte città hanno raggiunto (o comunque avvicinato notevolmente) i 30 cm. Colpita soprattutto la parte centrale del Paese, con 28 cm di neve fresca toccati a Waukegan, 26 cm a Beach Park e Fox Lake e 16,5 cm a Woodstok.
Meno colpito invece il settore meridionale, seppur anche in questo caso si sono verificate delle nevicate spesso anche intense, seppur di durata più breve. Bella nevicata anche nella città di Chicago, ove nella giornata di martedì, all’aertoporto locale O’Hare, si sono misurati ben 12 cm di neve fresca. Tale valore, di fatto, supera quello stabilito nel lontano 1935.
Secondo misurazioni effettuate a O’Hare, in questo mese, si è raggiunto un accumulo nevoso totale di 35,8 cm. Il che di fatto colloca questo mese di Febbraio come uno dei 20 più nevosi della storia per queste aree. Raggiunti i 9 cm di neve anche nella città di Midway, mentre già ieri la situazione è andata sensibilmente migliorando.
“Eccessivamente coperto: Germania il più buio inverni meteorologico in 43 anni”
Sembra che ci sia un sacco di malinconia in Germania questo inverno, più del solito. Questo articolo di Spiegel spiega perché:
“I giorni stanno diventando sempre più lunghi, ma non c’è ancora un accenno di sole di primavera in Germania.
I dati meteorologici dimostrano che questo inverno è stato il più cupo in 43 anni.
Se il sole non si avvia a splendere presto, sarà il più buio inverno sul record.
L’inverno in Germania è in genere un affare tetro, scuro e ricco di quel tipo di freddo umido che va dritto alle ossa – e, purtroppo, alla psiche.
Ma molti residenti ritengono che questo inverno è stato particolarmente difficile da sopportare.
I meteorologi dicono il motivo di perché è stato il più buio inverno in più di quattro decenni.
Meno di una media di 100 ore di sole sono stati registrate finora nel corso dell’inverno meteorologico, che va da dicembre a febbraio, ha detto il Servizio Meteorologico Nazionale (DWD).
La media invernale è un già misero 160 ore di sole. “
Fonte:http://wattsupwiththat.com/2013/02/27/germany-weathers-darkest-winter-in-43-years/
Dal 1980 ad oggi,la velocità di deriva il Polo Nord Magnetico è aumentata di oltre il 500%.
L’attuale indebolimento del campo magnetico e l’accelerazione del suo movimento verso la Russia cominciato negli ultimi decenni stà influendo notevolmente su un’incremento dell’attività sismica e sull’aumento della pressione magmatica all’interno di diversi sistemi grandi sistemi vulcanici.
In particolare oggi si parlerà di quelli d’Europa, i quali sul lungo termine comprendente un’arco di tempo lungo almeno due decenni, stanno manifestando chiari segnali di ritorno in attività.
Cominciamo dai Campi Flegrei.
I rilevamenti della declinazione geomagnetica dell’osservatorio dell’aquila.
La stazione di rilevamento geomagnetico più vicina all’area flegrea, hanno registrato un cambio di polarità (orientamento magnetico) nel 1970 e nel 1982.
Un successivo importante cambiamento si è verificato nel 2006, quando la declinazione è passa da 59 a 4.5 in poco più di un anno.
Questi tre passaggi sembrano seguire i più significativi cambiamenti nel tasso di sollevamento dell’area flegrea.
Attualmente il sollevamento dei Campi Flegrei comprende 1 cm al mese, mentre l’attività idrotermale ha segnalato un forte aumento con la comparsa di un nuovo cratere che sputa acqua bollente a 4 metri d’altezza.
Allo stesso modo nel corso degli ultimi mesi diverse scosse di terremoto hanno attraversato l’area vulcanica.
Vladimir Kir’janov, docente della facoltà di geologia dell’Università statale di San Pietroburgo, spiega:
Se il sollevamento avviene in maniera regolare, allora è probabile che sia in corso il riempimento della camera magmatica e per questo si sta sollevando il terreno sopra di essa.
Il sistema vulcanico dei Campi Flegrei comprende diverse caldere e crateri minori, che nell’arco di migliaia di anni hanno contribuito a generare enormi eruzioni che hanno coperto l’intero continente europeo sotto uno spesso strato di cenere, mentre allo stesso modo si sono susseguite eruzioni minori ma comunque spesso di forte intensità.
L’ultima eruzione è stata segnalata nel 1500 nel Monte Nuovo.
All’inizio del 1500, la costa di Pozzuoli si era sollevata in maniera tale che il vicerè spagnolo, con un editto del 6 ottobre1503, concedeva alla città di Pozzuoli la proprietà legale delle terre che si andavano formando per l’arretramento del mare. Questo sollevamento del suolo è, secondo molti vulcanologi, il fenomeno precursore dell’eruzione che sarebbe avvenuta circa 30 anni dopo.
Dal 1536 in Pozzuoli e nei paesi vicini si avvertivano frequenti e forti scosse di terremoto che continuarono fino al 27 settembre del 1538. Il 29 settembre comincia l’eruzione.
Secondo la testimonianza lasciata da Marco Antonio Delli Falconi nel 1539, le prime bocche si aprirono tra un luogo detto il sudatoio e Trepergole e, insieme alle prime fiamme, si notò la formazione di nuove sorgenti di acqua, sia dolce che salmastra. Nella notte cenere e pomici, mischiate con acqua, coprirono tutto il paese e la cenere cadde fino a Napoli.
La mattina seguente, la gente di Pozzuoli abbandona le case sotto una pioggia di cenere che dura tutto il giorno. Intanto, il mare si è ritirato lasciando in secca le barche e un gran numero di pesci morti lungo la spiaggia. L’eruzione prosegue per due giorni e due notti con continui lanci di materiale dal cratere e sbuffi di pomici e ceneri.
Il terzo giorno l’eruzione sembra fermarsi, ma il quarto riprende con emissione di nubi cineritiche. I due giorni seguenti, dalla bocca eruttiva esce poco fumo e alcuni si spingono fino al cratere. Il luogo è completamente cambiato: dove prima vi era una vallata, si è formato un monte (Monte Nuovo) che ha ricoperto il castello di Trepergole e tutti gli edifici fino al lago di Averno. Alla sommità del monte vi è il cratere con una circonferenza di un quarto di miglio, da cui esala un fumo continuo.
Il sei ottobre, quando tutto sembra finito, i curiosi che si trovano sulla cima del nuovo rilievo vengono sorpresi da uno lancio improvviso di materiale incandescente e oltre venti persone non sono più ritrovate.
Probabilmente la prossima eruzione dei Campi Flegrei sarà altrettanto intensa.
Più a Nord, a Roma, un’altro sistema vulcanico avente molto in comune con i Campi Flegrei, sta tornando a palpitare di roccia fusa al suo interno.
Stiamo parlando dei Colli Albani, meglio noto come Vulcano Laziale.
Se pensavamo che questo vulcano fosse estinto da millenni, eravamo completamente in errore.
Sotto i piedi di Roma si agita un vulcano: un apparato profondo alcuni chilometri che, migliaia di anni fa, alimentava con magma infuocato le bocche eruttive dei Castelli Romani e dintorni. Il cuore dell’ antico vulcano oggi appare piu’ tranquillo, ma batte ancora e fa sentire i suoi effetti in superficie.
I ricercatori dell’ Istituto nazionale di geofisica ci avevano riferito di avere raccolto le prove di un sollevamento del terreno di oltre 30 centrimetri verificatosi nella zona dei Colli Albani, una trentina di chilometri a sudest di Roma, nel periodo che va dal 1980 a oggi.
Si tratta di quel fenomeno che i geologi chiamano bradisismo, cioe’ un lento movimento verticale del terreno dovuto a spinte sotterranee.
Questa sorta di lievitazione e’ stata accompagnata da una notevole ripresa dell’attivita’ sismica che ha raggiunto due punte massime nel maggio 1981 e nell’ aprile 1989.
Negli ultimi due decenni l’attività sismica a sciami sembra che si stia principalmente concentrando in un’area circostante il complesso vulcanico.
Guardando all’attività di questi ultimi anni da iside.rm.ingv.it, notiamo che questa si distribuisce intorno alla parte centrale del Vulcano Laziale; a nord del vulcano, si osservano due raggruppamenti principali di epicentri, uno subito a nord del bordo della caldera (i monti del Tuscolo, vicino Frascati) e un altro ancora più a nord, dove esiste uno dei crateri eccentrici del vulcano, chiamato maar di Castiglione-Gabii (Giordano & the CARG team, 2010). Si nota inoltre un gruppo di epicentri in zona Ciampino (tra la Via Appia e il GRA) e anche un altro addensamento all’interno del GRA, verso Roma nord.
La grande concentrazione di attività sismica intorno al sistema vulcanico indica che l’accumulo della crescente pressione del volume di magma, sta spingendo attraverso lo sfogo vulcanico, il quale in un prossimo futuro darà vita a possibili quanto intensi fenomeni eruttivi.
Ci spostiamo più a Nord, e andiamo in Emilia Romagna.
Prima del maggio 2012 l’Emilia Romagna era classificata a basso rischio sismico, se non addirittura non sismica, tuttavia questo fatto è stato smentito quando le faglie rimaste inattive per secoli si sono riattivate producendo nell’arco di qualche settimana sciami sismici e scosse di terremoto sparse con diverse delle quali di magnitudo superiore al 5.
“Fino al 2003, anno in cui è stata compilata l’ultima carta del pericolo sismico in Italia, la Pianura padana era considerata una zona relativamente tranquilla, a bassa sismicità. Non esistevano dati statistici che avvalorassero una diversa teoria. Poi qualcosa è cambiato. A seguito dei sismi del 1996, del 2000 e del 2008, quando l’Emilia, e in particolare il Reggiano e il Parmense, venne colpita da forti scosse di terremoto (che provocarono danni, ma non vittime), i sismologi hanno cominciato a studiare il territorio con attenzione.
In generale, gli intensi scuotimenti della terra che stanno coinvolgendo la Pianura padana da alcuni anni sono causati dallo scontro tra le placche della crosta terrestre, quella africana e quella europea. Più specificamente, le scosse che danneggiano l’Emilia sono causate dagli Appennini. Nascosta, sotto i sedimenti del Po, esiste, infatti, una parte della catena montuosa molto attiva, che in 500 anni, ha causato due terremoti violenti: il primo, quello del 1570, che, secondo le testimonianze storiche, raggiunse l’ottavo grado della scala Mercalli (5,5 della scala Richter), e il secondo, quello di domenica scorsa, di 5,9 gradi della scala Richter, che ha provocato sette morti, 4 mila sfollati e danni per milioni di euro.”
Il terremoto in Emilia, nel maggio 2012 è stato il più forte da 5 secoli, in quanto non è una coincidenza che quella zona prima fosse classificata come non-sismica.
Ora ci spostiamo oltre la catena delle Alpi, più a Nord, e arriviamo in Germania, al vasto campo vulcanico Eifel.
Il giacimento vulcanico di West Eifel nel quartiere Renania della Germania occidentale SW della città di Bonn è un gruppo dominante risalente Pleistocene di 240 coni di scorie, maar, e stratovulcani minori con una superficie di circa 600 kmq.
L’Occidente campo vulcanico Eifel si trova a circa 40 km a SO dpiù piccolo, ma più noto dell’Oriente Eifel.
Crateri individuali, la maggior parte dei quali coprono un ampio NW-SE-trend della zona che si estende a circa 50 km dalle città di Ormont sul NW a Bad Bertrich sulla situazione a SE, hanno eruttato a cause di un Hot Spot del mantello su rocce sedimentarie e metamorfiche del Devoniano.
Coni di scorie, circa la metà dei quali hanno prodotto colate laviche, formano i due terzi dei centri vulcanici, e circa il 30% sono Maars o anelli di tufo, molti dei quali sono occupati da laghi.
Circa 230 eruzioni si sono verificati nel corso degli ultimi 730 mila anni.
Le ultime eruzioni formarono Ulmener, Pulvermaar e Maars Strohn intorno alla fine del Pleistocene e l’inizio dell’Olocene.
Anche questo colossale sistema vulcanico nel corso della media lungo termine ha cominciato ad avere un significativo aumento dell’attività sismica, a segnalare che il volume del magma sta nuovamente ricaricando il gigantesco sistema vulcanico.
Nel Eifel Oriente solo il Laacher See ha eruttato in una colossale eruzione 12900 anni fa, senza dubbio l’eruzione più potente di tutti i tempi nella Eifel probabilmente eguagliando la produzione totale del campo occidentale Eifel vulcanico.
Il Laacher See ha eruttato più di 6 km cubi di magma in pochi giorni, con una colonna vulcanica di almeno 25 km di altezza eruttiva con la diffusione tephra dall ‘Italia alla Svezia.
Oggi il vulcanismo di Eifel è inattivo.
Ma le abbondanti emissioni di CO 2 sono un segno che il campo Eifel vulcanico non è estinto ma ancora in attesa di riattivarsi, anzi, la tendenza all’aumento dell’attività sismica indica che sta già tornando in attività.
Terremoti nel corso degli ultimi 36 anni sono quasi esclusivamente limitati a 15 km di profondità.
Dal 1975 fino al gennaio 2013 oltre 1180 terremoti locali sono stati segnalati dalla stazione sismica Bensberg (Università di Colonia) con una certa frequenza aumentata negli ultimi anni.
Considerando che l’aumento dell’attività sismica è cominciato nel 2008, è interessante notare che questo coincide con l’attuale fase di anomala bassa attività solare che coinvolge la nostra stella, una connessione appare evidente.
A ovest della Germania, al confine con la Repubblica Ceca, pare che un’altro antico sistema vulcanico stia manifestando segnali di riattivazione, al punto che finora era sconosciuto ai più.
Da un vecchio articolo: “Come riportato dall’autorevole Spiegel, uno sciame sismico sta interessando il confine tra la Germania e la Repubblica Ceca. L’attività sismica interessa la Baviera, la Sassonia e la Boemia ormai da metà Agosto, ma l’intensità delle scosse sembrano essere in aumento. Domenica scorsa una scossa sismica di magnitudo 4.0 ha interessato la regione di Vogtland, dove la popolazione ha dichiarato di cominciare ad avere timore di un sisma più forte. Un residente locale ha persino informato le forze dell’ordine credendo che ci fosse stata un’esplosione, non essendo a conoscenza che il forte boato fosse arrivato dalle profondità della terra. La statistica dice che i forti terremoti sono improbabili nella regione, ma le strutture nei pressi dell’epicentro sarebbero state costruite su un terreno molto soffice, e potrebbero quindi essere seriamente danneggiate dalle scosse. L’epicentro del sisma si trova a dieci chilometri dal villaggio di Novy Kostel nella Repubblica Ceca, facente parte del distretto di Cheb, nella regione di Karlovy Vary, in una grande vallata. Utilizzando le onde sonore però, i simologi hanno scoperto nella regione di Vogtland un serbatoio naturale di magma fuso che si accumula in rocce calde e profonde tra i 30 ed i 60 chilometri, proprio dove a prima vista nulla lascia presagire alla presenza di un vulcano. In realtà gli scienziati ne hanno trovato i resti risalenti probabilmente a 300.000 anni fa. Le caldissime rocce sotterranee, secondo un rapporto dei ricercatori, sono l’evidenza che il vulcano sta dando segnali di risveglio: dalle profondità della terra il magma sarebbe il responsabile dello sciame in atto. L’acqua bollente in risalita si insinua nelle fessure di roccia, scuotendo il terreno. A quanto pare, secondo i ricercatori del Centro Ambientale Leipzig-Halle, a risalire lentamente in superficie non c’è soltanto acqua, ma anche il magma.
Nei pressi di quest’area esiste Mariánské Lázně, una città termale nella Regione di Karlovy Vary della Repubblica ceca. La città, circondata da montagne verdi, è un mosaico di parchi e case nobiliari. La maggior parte dei suoi edifici sono dei tempi d’oro della seconda metà del XIX secolo, quando molte celebrità si recarono nel luogo delle sorgenti curative di anidride carbonica. Non avevano idea che i bagni salutari contenessero gas che provengono da un serbatoio magmatico. “I flussi di gas vulcanici di elio-3 sono in quantità tali come solo nelle profondità dell’Etna, uno dei vulcani più attivi del mondo”, dice Karin Bräuer del UFZ. L’elio-3 è stato creato in profondità all’interno della terra – al contrario dell’elio-4, la versione corrente del gas nobile. I ricercatori hanno misurato il flusso di gas dal suolo, rilevando che negli ultimi anni ha cambiato composizione. La percentuale di elio-3, che proviene dal magma del mantello, rispetto alla percentuale di elio-4, è aumentata di 1/5 nell’ultimo periodo. Questo dimostra il magma ascendente. Il vulcano sotterraneo sta causando centinaia di lievi scosse sismiche da metà Agosto, permettendo alla terra di tremare anche a 100 chilometri dall’epicentro.”
Ci sono sufficienti indizi che sembrano indicarci che in qualche modo i movimenti e l’indebolimento del campo magnetico terrestre stanno riattivando i sistemi vulcanici europei.
L’ultimo dei quali finora sembra essere nelle calde acque del Mediterraneo, Panarea.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, infatti, riferisce che il vulcano Panarea “si deforma” con variazioni di “alcuni millimetri” l’anno in senso orizzontale e verticale, ma e’ gia’ dal 2002 che gli scienziati hanno verificato che il vulcano che sembrava tranquillo non era affatto spento. Anzi era vivo e vegeto. E cosi’ hanno dato inizio ad un intenso monitoraggio, rilevazioni che oggi dicono addirittura che il vulcano non solo e’ attivo ma addirittura si muove, deformandosi. Fino al 2002, Panarea era infatti classificato come “non attivo” dagli scienziati, ma nella notte tra il 2 e 3 novembre un improvviso evento di degassamento ha cambiato il gioco.
Tanto che, se gli scienziati dell’Ingv tengono a sottolineare che quelle rilevate oggi sono deformazioni “piccole” e “non destano preoccupazioni” per la sicurezza dell’isola, al tempo stesso non possono escludere che, come per “tutte le aree vulcaniche attive”, si “possano verificare deformazioni del suolo di maggiore entita’ nei periodi vicini ad aumenti dell’attivita’ esalativa”. Il complesso vulcanico costituito dall’isola di Panarea e dagli isolotti adiacenti, si e’ evoluto attraverso vari stadi di attivita’ dando luogo ad una struttura, sviluppata in massima parte al di sotto del livello del mare, estesa per 460 chilometri quadrati e con un diametro di circa 23 chilometri. In quella notte del novembre 2002, dopo un piccolo sciame sismico di bassa magnitudo rilevato solo dal sismografo installato sull’isola di Panarea, i ricercatori si sono accorti che l’area vulcanica era ancora ben attiva.
Quella notte del 2002, si verifico’, ricorda l’Ingv, “un’intensa attivita’ di degassamento in prossimita’ degli isolotti di Lisca Bianca e Bottaro. L’attivita’ esalativa ha avuto inizio con 5 zone di forte emissione gassosa a profondita’ variabili da 8 fino a circa 30 metri. L’emissione di gas e’ stata cosi’ intensa che l’odore di acido solfidrico (H2S) era percettibile a grandi distanze”. “L’effetto visibile il giorno dopo -ricordano ancora gli scienziati- era il ribollire dell’acqua di mare in prossimita’ dell’isolotto di Bottaro, che rimuoveva un’enorme quantita’ di sedimento evidenziato dalla scia biancastra trascinata via dalla corrente”. “Il cratere che si era formato, di 20metri per 10 e profondo 7metri, emetteva -proseguono gli esperti dell’Ingv- un’enorme quantita’ di gas, stimata in alcuni milioni di metri cubi al giorno, qualche centinaio di volte superiore al normale regime di degassamento di tutta l’area sommersa tra gli isolotti ad Est di Panarea.
Qualcosa sotto il continente europeo ha cominciato a cambiare in corrispondenza con i cambiamenti di polarità magnetica della Terra.
Fonti:
http://fetonte.blogspot.it/2013/01/il-caso-delle-mammoth-mountain.html
http://daltonsminima.altervista.org/?page_id=9506&cpage=415#comments
http://fetonte.blogspot.it/search/label/Campi%20Flegrei
http://italian.ruvr.ru/2013_01_31/In-Italia-si-sta-svegliando-un-supervulcano/
http://vulcan.fis.uniroma3.it/campi_flegrei/introduzione_ita.html
http://archiviostorico.corriere.it/1995/settembre/28/vulcano_millenario_agita_sotto_piedi_co_10_9509288153.shtml
http://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/11/vulcano_nascosto_solleva_Colli_Albani_co_0_9602118202.shtml
http://ingvterremoti.wordpress.com/2012/07/09/evento-sismico-in-provincia-di-roma-m3-5-09-luglio-ore-17-13/
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/emilia-romagna/articoli/1046778/sisma-in-emilia-e-tutta-colpa-dellappennino.shtml
http://fetonte.blogspot.it/2012/09/il-risveglio-sismico-della-tettonica.html
http://www.volcano.si.edu/world/volcano.cfm
http://volcanocafe.wordpress.com/2013/02/17/eifel-volcanic-field-ii/
http://expianetadidio.blogspot.it/2012/06/nascera-un-nuovo-vulcano-tra-germania-e.html
http://expianetadidio.blogspot.it/2012/09/il-risveglio-dei-vulcani-preistorici-ii.html
SCI – 190.000 passaggi, 13.000 skipass venduti piú di 20.000 presenze complessive con il tutto esaurito negli alberghi. Sono i numeri dell’Abetone relativi allo scorso weekend. Prestazioni da record che fanno – molto – ben sperare per il proseguio della stagione sciistica. Neve e bel tempo e’ stato il mix perfetto che ha portato tanti sciatori in tutta la Toscana. Ottimi infatti anche i dati dell’Amiata con 7.000 presenze e 3.000 gli Skipass venduti, positivo anche il week end a Casone di Profecchia e a Careggine, Cutigliano e a Zeri, in Lunigiana. “Il turismo invernale toscano torna a sorridere dopo un fine settimana di presenze record – spiega Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani – è il primo grande risultato di un sistema di lavoro che UNCEM con Regione Toscana e Anef, oltre che con tutti i soggetti interessati, sta portando avanti con passione e impegno nella consapevolezza che il turismo bianco per la Toscana è una vera risorsa”.
Località collegate: Cutigliano – Doganaccia, Abetone, Careggine, Zum Zeri – Passo Due Santi, Casone di Profecchia, Monte Amiata.
VARESE – Mai la città giardino aveva visto così tanta neve nel mese di febbraio. Una nevicata abbondante, ma più effimera che mai, di cui in pochi giorni non resterà più traccia, se non qualche insidiosa lastra di giaccio unita al ricordo dello stupore e di qualche disagio che sembra inevitabile in caso di neve.
Secondo gli esperti del Centro geofisico prealpino la neve a febbraio è un fenomeno piuttosto frequente per la nostra zona (in media due anni su tre), ma sono le proporzioni di questa nevicata a segnare un record assoluto: 16 centimetri caduti domenica, altri 27 sono arrivati tra la mezzanotte e la tarda mattinata di ieri, cui bisogna aggiungere l’accumulo di neve più pesante scesa nelle ore successive.
In totale erano almeno 43 centimetri di neve. Un livello che certo non può competere con il record assoluto (154 centimetri di neve in città nell’inverno del ’85), ma che comunque segna un nuovo record per il mese di febbraio che prima era fermo ai 39 centimetri di neve registrati in due diverse occasioni, nel 2004 e nel 1987.
E parliamo solo di Varese cittàmentre al Campo dei Fiori e nelle valli siamo andati ben oltre il mezzo metro di neve accumulata.
«Una nevicata abbondante che fa solo bene all’ambiente e alle colture», assicura i meteorologo del Centro geofisico prealpino Paolo Valisa.